Depressione e Disturbi Depressivi: Supporto Psicoterapeutico a Torino e Chieri
La depressione è un disturbo che implica alterazioni del tono dell’umore. Può essere curata con un approccio psicoterapico e/o farmacologico.
Quando si parla di depressione nel linguaggio quotidiano, e anche in contesti clinici, si fa riferimento di fatto a un disturbo depressivo. Il termine disturbo depressivo definisce un raggruppamento di disturbi psicopatologici e psichiatrici che implicano anzitutto alterazioni significative del tono dell’umore della persona accompagnate da altri sintomi di natura sia somatica che psicologica. Il quadro complessivo di tali sintomi e delle alterazioni del tono dell’umore comporta una compromissione del funzionamento sociale e lavorativo della persona.
I sintomi della depressione
Anzitutto la depressione è caratterizzata da sono un umore depresso e/o una diminuzione di interesse e/o piacere per le attività quotidiane (tra cui anche diminuzione del desiderio sessuale). Generalmente insorgono emozioni di tristezza profonda e continua, disperazione, apprensione, rabbia, apatia. La persona si sente emotivamente labile con facilità al pianto, emergono pensieri di autosvalutazione e colpa, pessimismo, pensieri negativi e calo di autostima; nella depressione possono essere presenti anche pensieri di morte, impotenza e ideazione/pianificazione suicidaria. Con la deflessione del tono dell’umore variano anche i livelli di energia fisica, faticabilità, la qualità del sonno e dell’appetito. Nella quotidianità la persona può percepire maggiore faticabilità e sensazione di stanchezza, una marcata difficoltà nella concentrazione e indecisione nell’affrontare le proprie incombenze o semplici azioni. A livello cognitivo generalmente è presente una ricorrente ruminazione e/o rimuginio. Inoltre anche la diminuzione o l’aumento di peso corporeo e dell’appetito, così come ipersonnia o insonnia sono sintomi che possono insorgere in un quadro di depressione. I disturbi depressivi (o depressione unipolare) si caratterizzano per l’assenza di episodi maniacali o ipomaniacali nella storia del paziente.
La depressione può manifestarsi con diversi livelli di gravità: alcune persone presentano sintomi depressivi lievi e transitori, mentre altre presentano forme di depressione più gravi e hanno una estrema difficoltà e disagio nel compiere le attività quotidiane per periodi più lunghi di tempo.
nza – durante e per almeno un periodo di due settimane – di almeno cinque dei seguenti sintomi (di cui necessari uno dei primi due è necessario per fare diagnosi di episodio depressivo maggiore):
- umore depresso per la maggior parte del giorno, quasi tutti i giorni (come riportato dall’individuo o come osservato dagli altri);
- marcata diminuzione di interesse o piacere per tutte, o quasi tutte, le attività per la maggior parte del giorno, quasi tutti i giorni;
- significativa perdita di peso, non dovuta a dieta, o aumento di peso (per es., un cambiamento superiore al 5% del peso corporeo in un mese) oppure diminuzione o aumento dell’appetito;
- insonnia o ipersonnia quasi tutti i giorni;
- agitazione o rallentamento psicomotori quasi tutti i giorni;
- faticabilità o mancanza di energia quasi tutti i giorni;
- sentimenti di autosvalutazione o di colpa eccessivi o inappropriati, quasi tutti i giorni
- ridotta capacità di pensare o concentrarsi, o indecisione, quasi tutti i giorni;
- pensieri ricorrenti di morte, ricorrente ideazione suicidaria senza un piano specifico, o un tentativo di suicidio, o un piano specifico per commettere suicidio
Per fare diagnosi di episodio depressivo maggiore, i sintomi devono recare un disagio significativo o una compromissione del funzionamento in ambito sociale, lavorativo o in altre aree importanti. L’episodio di alterazione dell’umore, inoltre, non è attribuibile agli effetti fisiologici di una sostanza o a un’altra condizione medica generale. La durata media di un episodio depressivo maggiore può durare da 6 mesi a un anno, a seconda della gravità (Blaney & Millon, 2009).
Dagli studi scientifici emerge che attualmente le cure per la depressione più efficaci sono il trattamento farmacologico abbinato alla psicoterapia cognitivo-comportamentale. L’integrazione tra il trattamento farmacologico e la psicoterapia cognitivo-comportamentale viene valutato dal clinico specialista a seconda del quadro clinico generale, della tipologia di disturbo depressivo e della sua gravità.Vi casi trattabili esclusivamente attraverso la psicoterapia, altri attraverso un approccio combinato in cui risulta fondamentale anche l’intervento farmacologico.
Il trattamento farmacologico della depressione si rivela cruciale soprattutto nei casi in cui il disturbo si presenti in forma medio-grave. I farmaci antidepressivi di nuova generazione agiscono mediante l’inibizione della ricaptazione della serotonina e la loro azione comincia in genere 2-3 settimane dopo l’inizio della cura. In alcuni casi possono presentarsi degli effetti collaterali, alcuni dei quali possono diminuire nel corso del trattamento.
Secondo le linee guida NICE (National Institute for Health and Clinical Excelence, 2011) la psicoterapia di tipo cognitivo-comportamentale e la terapia interpersonale sarebbero i trattamenti efficaci ed elettivi per i disturbi depressivi.
Secondo l’approccio cognitivo-comportamentale, i pensieri e le convinzioni negative su di sé, sul mondo e sul futuro hanno un ruolo chiave nell’esordio e nel mantenimento della depressione. Nella cura di questo disturbo, dunque, la terapia cognitivo-comportamentale si focalizza soprattutto sui modi in cui il soggetto interpreta gli eventi che accadono, vi reagisce e valuta se stesso. Il terapeuta cognitivista si propone di aiutare il paziente a identificare e modificare i pensieri e le convinzioni negative che ha su se stesso, sul mondo e sul futuro, ricorrendo a specifiche tecniche cognitivo-comportamentali. Il cambiamento nel modo di pensare porterà a una regolazione del tono dell’umore e a modificazioni dei sintomi e dei comportamenti, che a loro volta influiranno positivamente sui pensieri. Parallelamente a ciò si inserisce l’intervento terapeutico rispetto al comportamento quotidiano del paziente, attuando in maniera graduale specifici cambiamenti e procedendo in direzione inversa rispetto alla tendenza all’inattività e all’isolamento sociale indotta dal disturbo. Negli ultimi anni numerose ricerche hanno inoltre evidenziato l’efficacia della Terapia Metacognitiva, in forma individuale o di gruppo. Il modello della Terapia Metacognitiva mira a discutere le credenze che sostengono stili di pensiero maladattivi, come la ruminazione, interrompendo il circolo vizioso di mantenimento della sintomatologia depressiva.
BIBLIOGRAFIA
- American Psychiatric Association. Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali – Quinta Edizione. A cura di Biondi M. Raffaello Cortina Editore, Milano 2014.
- http://www.dsm5.org/documents/changes%20from%20dsm-iv-tr%20to%20dsm-5.pdf
- https://www.nice.org.uk/Guidance/cg90
- Blaney, P. H., & Millon, T. (2009). Oxford textbook of psychopathology. New York: Oxford University Press. Chicago (Author-Date, 15th ed.).
Beck, A. T. (1976). Cognitive therapy and emotional disorders. New York: Meridian. Trad it. Principi di terapia cognitiva. Roma: Casa Editrice Astrolabio, 1984.
Wells, A. (2008). Metacognitive Therapy for Anxiety and Depression. New York: Guilford Press.